A pochi giorni dalla pubblicazione dei risultati della correzione dei temi dell’ultimo concorso in magistratura, sento di dover esternare alcune riflessioni personali. Il famigerato tema di civile sugli strumenti derivati, traccia al limite, anzi oltre il limite della legittimità (e della decenza), ha fatto la differenza in quanto, al contrario di quanto affermato da alcuni membri della commissione durante l’effettuazione del concorso, chi ne ha centrato la redazione ha potuto contare su una certa benevolenza nella correzione degli altri due elaborati. Io mi chiedo innanzi tutto come sia stato possibile che una simile traccia fosse  ammessa dalla commissione nella terna,  come mai fosse entrata nella terna anche del concorso precedente per quanto non estratta, io mi chiedo se tutto ciò sia una caso, molto strano, o se invece sia l’esito di una precisa strategia nell’ambito di una battaglia tra i corsi che vanno per la maggiore e che ottengono successo (e in tal modo più iscritti l’anno seguente e più incassi) se “centrano” la traccia, ancora di più se essa non attiene alla materia oggetto di concorso, in modo tale che solo coloro che l’hanno studiata ex professo sono in grado di affrontarla con successo. Si badi bene, faccio questo discorso non perché debba in qualche modo giustificarmi con i miei allievi, nel mio corso ho affrontato l’argomento dieci giorni prima dello svolgimento del concorso, come dimostra il fatto che abbia pubblicato sul mio sito la redazione del tema il giorno primo luglio; il problema da affrontare e che rischia di sporcare definitivamente il concorso in magistratura, è proprio questa guerra tra i mega corsi, guerra combattuta a suon di tracce da centrare, che sta diventando l’unico obiettivo di questi corsi in spregio a quello che dovrebbe essere il vero confronto tra le scuole, ossia la formazione di validi giuristi in grado di assolvere con la massima professionalità e dignità la funzione giurisdizionale. Questi signori hanno dimostrato di avere potere, di riuscire ad imporre le loro tracce e di alzare sempre di più la posta in gioco fino al limite di riuscire a proporre una traccia illegittima, che se fossimo in un paese in cui il diritto viene applicato, avrebbe comportato l’annullamento del concorso. Mi rivolgo ai candidati a diventare magistrati spinti verso questo obiettivo perché credono nel diritto, perché vogliono dare un contributo al paese in tutta umiltà: voi solo potete fermare questi signori mercanti potenti, fate sentire la vostra voce, protestate, chiedete, ad esempio, che  anche ai giudici amministrativi sia preclusa la possibilità di tenere corsi di preparazione al concorso in magistratura, fate in modo che si torni ad uno studio istituzionale e serio, non a macchia di leopardo e alla ricerca della traccia vincente, sopra tutto perché in tal modo si favorisce l’ingresso in magistratura di elementi ignoranti e spesso anche presuntuosi che fanno precipitare sempre più in basso il livello professionale e umano di questo fondamentale potere dello stato.  

   Luca Sansone