Considerazioni sul referendum costituzionale 2016.

Referendum costituzionale.

La Costituzione è la legge fondamentale di uno stato sovrano che ne certifica l’esistenza e l’effettività, disciplinando in maniera diretta o a volte indiretta i suoi poteri essenziali.

In un moderno stato democratico la Costituzione presenta due caratteri indefettibili: l’essere lunga e rigida; con il primo termine si vuole intendere l’esternazione dei valori fondamentali intoccabili al servizio dei quali è costruita la struttura giuridica, con il secondo che il testo può essere cambiato con un procedimento aggravato affinché le modifiche non siano figlie della maggioranza politica in quel momento esistente.

La Costituzione Repubblicana attualmente vigente è stata redatta e votata da un’assemblea costituente a tal uopo eletta dal popolo a suffragio universale con quel preciso mandato; essa era composta di esponenti di tutte le correnti politiche e ideologiche, unite dal comune spirito di antifascismo, per lo più persone che avevano combattuto la guerra contro i nazi-fascisti liberando l’Italia o avevano subito il carcere fascista, intellettuali, giuristi, letterati uniti dalla voglia di ricostruire un paese libero e democratico che potesse recuperare un’autostima dopo le sciagure del ventennio fascista.

Tale spirito ha consentito nel nome dell’interesse dello stato nascente, di superare notevoli divergenze ideologiche e giungere a soluzioni di intelligente compromesso su alcuni punti, uno per tutti la questione relativa alla posizione della Chiesa Cattolica e più in generale della religione.

L’attuale parlamento vorrebbe cambiare, ora, un terzo di questa Costituzione con un referendum costituzionale.

Al di là di ogni questione di merito occorre porsi una domanda: ne è legittimato giuridicamente?

Gli attuali membri delle nostre due camere sono stati eletti nel 2013 in base alla legge elettorale detta Calderoli, dal nome del suo relatore, che egli stesso ha etichettato come una “porcata”, per ciò ribattezzata “porcellum”. Bene, questa legge è stata dichiarata incostituzionale dalla Corte Costituzionale per una serie di ragioni che ora non interessa esaminare.

Cosa avrebbero dovuto fare le nostre due camere?

Il giorno dopo la pronuncia della Consulta avrebbero dovuto approvare una nuova legge elettorale seguendo le indicazioni critiche della Corte, sciogliersi e chiamare il popolo sovrano alle elezioni in modo da restituire al paese un Parlamento eletto in modo legittimo.

Invece, non solo continuano a esprimere la funzione normativa ordinaria ma addirittura si arrogano il diritto di riformare la Costituzione! si aggiunga a ciò che l’attuale governo che ha presentato la proposta di revisione è guidato da un soggetto che non fa parte di alcun ramo del parlamento, che è diventato premier, dopo aver vinto il congresso del suo partito, partito di maggioranza “assolutamente relativa”, rovesciando l’allora Presidente del Consiglio, esponente del suo stesso partito che guidava la precedente coalizione di governo!

Tutto ciò non è illegittimo ma certamente politicamente molto scorretto; e ricordiamo che Matteo Renzi ha ottenuto la fiducia dalle due camere elette con la legge dichiarata incostituzionale, camere, tra l’altro, piene di soggetti inquisiti o addirittura condannati in primo grado per gravissimi reati.

Questo parlamento non ha alcuna legittimazione a cambiare la Costituzione, anzi è del tutto illegale. Ogni questione di merito, alla luce di tali inoppugnabili considerazioni, non merita alcuna trattazione.     

Avv. Luca Sansone


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